Era un’assolata giornata di fine luglio del 1985.
Mi ero appena sposato. Vista la nostra grande passione per la montagna, la mia dolce Maddalena ed io avevamo appena raggiunto la sommità di un lungo canalone innevato, dalla quale si poteva osservare, da sopra, il ghiacciaio de La Lex Blanche, sul fondo della val Veny, in val d’Aosta.
Lasciai Maddalena lì, ad ammirare quel grandioso spettacolo di crepacci e seracchi.
Proseguii da solo, per raggiungere, dopo un supposto breve percorso su roccia, un bivacco che si trovava nei paraggi.
Convinto che fosse, appunto, tutta roccia, non mi preoccupai di portarmi dietro né ramponi né picozza, per essere più leggero e veloce.
Ma, subito oltre un gruppo di placidi stambecchi, incontrai un ripido nevaio, una lingua di neve larga solo pochi metri. La superai con facilità, vista la buona consistenza della neve, né troppo morbida né troppo ghiacciata.
Camminai ancora per un po’, senza peraltro arrivare al bivacco, e rientrai per non far attendere troppo la mia fresca sposa.
E qui venne il “bello”.
Alcuni metri prima di ripassare sul nevaio sentii una voce nella mia testa, chiara e forte: “fermo!”
Mi fermai allarmato, guardandomi attorno e non scorgendo null’altro che degli stambecchi in lontananza.
La voce continuò: “stai per cadere sul nevaio. Quando cadi ricordati di fare una doppia rotazione su te stesso, sulla tua sinistra, e aggrappati al masso che troverai subito sotto”.
La mia mente dimenticò subito quella sensazione di allarme e quella strana istruzione ricevuta; forse era solo un’allucinazione dovuta all’alta quota, pensai.
Mi avvicinai al nevaio e cominciai ad attraversarlo con la stessa sicurezza con la quale l’avevo affrontato prima: conoscevo già la consistenza della neve e sapevo che l’attraversamento era sufficientemente sicuro.
Ma a metà nevaio, per qualche incredibile scherzo della natura, la neve prima compattata dai miei passi si era trasformata in ghiaccio. Scivolai e cominciai a scendere lungo la lingua di neve.
Chi ha provato a scivolare su un ripido pendio di neve, relativamente compatta, sa bene quanto sia difficile, per non dire impossibile, fermarsi, soprattutto senza l’uso di una picozza.
E io non avevo nulla.
Ma appena scivolato mi ricordai del consiglio ricevuto pochi metri prima, e cominciai a rotolare su me stesso, riuscendo a spostarmi trasversalmente quanto bastò per aggrapparmi a un sottostante masso, proprio al bordo del tratto innevato.
Un movimento del tutto innaturale.
Mi rialzai e mi sedetti sulla roccia, a pochi metri dagli stambecchi che mi osservarono pigramente, come un intruso un po’ fastidioso, ma non pericoloso.
Tremai come poche altre volte ho fatto in vita mia. Ebbi uno scarico di adrenalina talmente forte che, pur seduto, mi sentii saltellare sul masso.
Stetti lì per una decina di minuti, penso, con un sacco di pensieri che si rincorrevano all’impazzata nella mia testa: ripensai al ripido nevaio che terminava innestandosi su una parete rocciosa verticale; se avessi continuato la mia corsa avrei fatto un salto di un centinaio di metri.
“Assurdo morire proprio ora, con la mia giovane moglie che mi sta aspettando pochi metri più in sotto!”
“Ma come ho fatto a salvarmi?!”
“Tutto grazie a quell’incredibile voce, che mi ha fatto fare quell’innaturale movimento…”
A poco a poco i pensieri si calmarono e raggiunsi Maddalena, pensando che era davvero un miracolo il fatto di rivederla. Avevo in me un gran senso di gratitudine per quella “voce” che mi aveva davvero salvato la vita.
Alcuni metri prima di ripassare sul nevaio sentii una voce nella mia testa, chiara e forte: “Fermo!”
Mi fermai allarmato, guardandomi attorno e non scorgendo null’altro che degli stambecchi in lontananza.
La voce continuò: “Stai per cadere sul nevaio. Quando cadi ricordati di fare una doppia rotazione su te stesso, sulla tua sinistra, e aggrappati al masso che troverai subito sotto”.
Ma quell’evento fu un grande miracolo soprattutto per avermi fatto rendere conto con estrema chiarezza che, oltre la nostra dimensione fisica, c’è “Qualcuno” che ci aiuta e che, nello specifico, mi aveva avvertito dell’imminente pericolo.
… una sorta di magico intuito che mi aveva collegato a un grandioso mondo che senz’altro c’è, l’esperienza me lo aveva chiaramente dimostrato, ma se ne sta’ accuratamente nascosto dietro alla nostra “realtà” terrena.
Quell’evento è stato per me una sorta di “iniziazione” che mi ha poi “costretto” ad occuparmi in modo via via più approfondito dei mondi non visibili nei quali siamo costantemente immersi.
Tutta una serie di esperienze successive in vari campi “extrasensibili” tra cui geobiologia, radiestesia, radionica, meditazione e sciamanesimo, mi hanno gradualmente allenato all’utilizzo di capacità sopite, che più o meno tutti potenzialmente abbiamo, permettendomi di cominciare a comprendere e utilizzare alcuni ambiti ultraterreni a cui siamo in effetti sempre collegati, pur non sapendolo.
E poi un nuovo “colpo di scena”.
Alla fine del 2006 sono stato presentato a una coppia, moglie e marito, davvero particolare. Lei, con il dono della scrittura automatica; lui, un “massaggiatore dell’anima”, come amava definirsi.
Per un lungo periodo erano stati consiglieri riservati del Dalai Lama.
Gli incontri settimanali che seguirono, un’oretta con lei e un’oretta con lui, mi hanno aperto altre finestre su quel gran mondo soprasensibile, tanto incredibilmente vario quanto normalmente sconosciuto.
Quell’evento è stato per me una sorta di “iniziazione” che mi ha poi “costretto” ad occuparmi in modo via via più approfondito dei mondi non visibili nei quali siamo costantemente immersi.
Da un lato, grazie alle mie domande e alle conseguenti risposte tramite la scrittura automatica, ho potuto apprendere molte delle logiche che sottostanno al vivere sulla Terra e il “destino” a cui andavo incontro, un destino di “approfondimento di conoscenza”. Dall’altro, tramite le sapienti ed energetiche mani di lui, si sono dissolte tutta una serie di limitazioni fisiche e psichiche e aperti nuovi “canali di collegamento” con alcuni ambiti sovrasensibili.
Mi si è disvelato un ancor più vasto sguardo su ciò che siamo e su ciò che dovremmo essere.
Dopo due anni di “istruzione”, l’amata coppia si è congedata da me e da allora non l’ho più vista né sentita. A lei e a lui vanno tutta la mia riconoscenza e gratitudine.
I loro insegnamenti mi hanno comunque reso “indipendente” e ho potuto iniziare a colloquiare direttamente con i “Maestri di Luce” che sono sempre stati dietro la loro “comunicazione” extrasensoriale.
Per molti anni non ho saputo chi fossero questi Maestri: hanno sempre detto che non era il caso che lo sapessi, sennò nella mia mente si sarebbe generata una Loro visione “umanizzata” che avrebbe limitato di molto la possibilità di colloquio.
Non sapevo se erano angeli o arcangeli, se santi o altro…
Dalle Loro istruzioni, comunque, so che ci possono essere molte “entità” che ci contattano, diverse per tipologia e per finalità e… non tutte propriamente buone!
Qui il discorso meriterebbe un grande approfondimento, per indagare su cosa siano e come agiscano queste entità con cui veniamo a contatto. A seconda del “punto di vista” che si adotta, il risultato è molto, molto diverso.
Si passa da “semplici” forme pensiero dotate di una parziale intelligenza (o perlomeno tale sembra a chi entra in contatto con loro), a esseri elementali, a una miriade di esseri “extraterrestri”, suddivisi in tante dimensioni, anche inferiori alla nostra, a entità animiche disincarnate di vario livello, a tutta una serie di entità “psichiche” che influenzano il funzionamento del mondo della manifestazione in cui ci troviamo, per finire con entità spirituali vere e proprie, anch’esse suddivisibili in vari livelli, finalità e potenza.
Un mondo estremamente ed incredibilmente vario.
A un certo grado di approfondimento, addirittura, sembra che tutta questa varietà di esseri non siano altro che delle fugaci incursioni della nostra “mente” in ambiti di coscienza allargata, il che è come dire che ci creiamo delle proiezioni mentali che effettivamente rappresentano degli aspetti di coscienza ampliata, ma in cui è la nostra figurazione mentale a personificare quelle entità che percepiamo, senza che loro abbiano una “reale” effettiva esistenza.
Una cosa è comunque certa: quando siamo incarnati abbiamo in noi due strutture identificative personali ben differenziate che possiamo sinteticamente riassumere nel “corpo-personalità” e nell’“anima”, tanto per usare dei termini a tutti noti.
Ebbene, il corpo-personalità, se non sufficientemente connesso con l’anima, presenta molta più facilità di contatto con entità presenti nell’ambito della manifestazione, tanto che qualsiasi presenza, anche tra quelle che sembrano le più spirituali e benevole (tipo angeli, arcangeli… ultimamente è molto di moda Uriel), non sono altro che proiezioni di altre entità della manifestazione, molto spesso qualche tipo di extraterrestre, tanto per dare un’idea. Il problema è che queste entità, in genere, non hanno intenti benevoli nei nostri riguardi e gli “esseri” che ci fanno vedere non sono altro che uno “specchietto per le allodole” per carpire la nostra attenzione e non solo.
Il vero contatto con entità spirituali che sono effettivamente al di fuori della manifestazione e che sono in genere molto più interessate alla nostra crescita evolutiva, passa invece quasi esclusivamente attraverso la nostra anima.
Ne discende che se il nostro corpo-personalità rimane staccato dalla nostra anima, come succede a molti, esso continuerà a prendere “fischi per fiaschi”, e ad essere brutalmente ingannato.
È dunque l’anima il nostro vero “strumento di contatto” con entità di alto livello, quelle che effettivamente ci possono aiutare a crescere e ad allontanarci dall’ipnosi talvolta completamente annebbiante dell’incarnazione.
Tornando ai miei “Suggeritori”, quello che so per certo è che hanno letteralmente cambiato la mia vita in una direzione che dire “in meglio” è solo una grande sottovalutazione.
Mi hanno donato un ampliamento di coscienza, di quella che Loro definiscono “vera conoscenza”, che ho descritto in più di una quindicina di libri, che inizialmente mi hanno detto di chiamare tutti “Viaggio del Destino”, con poi un sottotitolo descrittivo del contenuto.
Ma soprattutto mi hanno avvicinato moltissimo ad un’Unità che c’è dietro alla nostra apparentemente separata “realtà”, un’Unità alla quale si può gradualmente accedere lasciandosi trasportare dal magico flusso della “dinamica dell’Amore”.
Chi non lo fa e rimane fermo o, peggio ancora, si fa assorbire dal flusso inverso, il maligno flusso della separazione, non avrà accesso a quell’Unità, quella coscienza unificata che sta’ dietro, anche generandola, all’apparente separazione che sperimentiamo come esseri incarnati.
I tempi che stiamo vivendo sono tali da richiederci urgentemente un’introduzione nel flusso corretto.
Qualcuno afferma che stiamo raggiungendo velocemente il momento in cui ci sarà una sorta di separazione, in cui le nostre strade si divideranno tra coloro che potranno accedere ad un nuovo “mondo” (che io chiamo semplicemente un nuovo “stato di coscienza”), verosimilmente più bello ed evoluto di quello attuale, e coloro che, invece, rimarranno nel mondo di difficoltà e sofferenza che abbiamo finora sperimentato. Forse è proprio questo il senso di quanto si ritrova in Luca 17,34-35: “l’uno sarà preso e l’altro sarà lasciato […] l’una sarà presa e l’altra lasciata”.
È dunque l’anima il nostro vero “strumento di contatto” con entità di alto livello, quelle che effettivamente ci possono aiutare a crescere e ad allontanarci dall’ipnosi talvolta completamente annebbiante dell’incarnazione.
Se le cose stanno effettivamente così, allora è proprio questo il momento per darci urgentemente da fare: il tempo è adesso!
I Maestri di Luce sono a nostra completa disposizione per farci crescere in fretta, per aiutarci a diventare consapevoli di porzioni sempre maggiori di quella coscienza di cui siamo, per ora, solo una piccola porzione.
I Maestri ci aiutano, desiderano tanto aiutarci, ma prima dobbiamo noi “essere nello stato corretto” e imparare a “chiedere nel modo corretto” il loro aiuto.
Ma, soprattutto, evitiamo di dar ascolto ai falsi maestri: loro non desiderano la nostra evoluzione e cercano di affossare quanti più esseri possibili per contribuire alla realizzazione all’affermazione di Mt 22,14 “Perché molti sono chiamati, ma pochi gli eletti!”