Sommario
Il termine vivente quando applicato, come aggettivo qualificativo, a concetti astratti come pensiero o cosxienza compie un’operazione filosofica spirituale di straordinaria potenza. Questo qualia non si limita a descrivere una caratteristica, ma opera un’autentica trasmutazione ontologica, elevando l’entità in oggetto (pensiero o cosxienza) da un piano ordinario, spesso percepito come statico, stucchevole e inerte, ad un piano dinamico immanente, trascendente e sostanzialmente attivo. Il “Vivente” diventa allora una categoria spirituale chiave per comprendere una nuova visione del mondo e della vita, intesi secondo un principio essenziale, attivo e creativo, capace di trasfigurare la realtà.
Il pensiero ordinario, con cui normalmente si elabora la realtà, in linee generali può indicare un contenuto mentale memorizzato, prefissato, preregistrato, come una credenza, un dogma, un’istruzione, una tesi, un’idea. Tutte queste informazioni, spesso recepite e accettate passivamente, reiterate nel tempo divengono pensiero meccanico associativo, strutture pensative e modalità espressive abitudinarie, su cui si basano poi molte delle idee e verità personali.
Il pensiero ordinario è un pensare depositato, fisso, inanimato e quindi senza “fuoco”. In ambito esoterico questa attività passiva nel suo insieme è conosciuta come “apparato formatorio” o “senso del falso sé”, i cui contenuti, assimilati attraverso l’educazione e la cultura, contribuiscono a “strutturare” i modelli caratteriali dell’individuo e il relativo senso del sé.
Questa modalità di pensiero genera il linguaggio oggetto, utile per interpretare e generare opinioni su un trattato, descrivere una formula, piuttosto che discorrere su una dinamica psichica o logica.
Il pensiero Vivente invece trasforma radicalmente il concetto di pensiero soggettivo. Questa attività interiore indica infatti un pensiero anzitutto in essere, attivo, un flusso creativo fluido di un’intuitività che germina, si sviluppa rinnovandosi, una forza trasfigurante che modifica colui che pensa. Attraverso la pratica del pensiero attivo il mondo circostante non è più solo contenuto, ma è un processo dinamico, di energia e Presenza. Vivente diventa quindi un termine di un metalinguaggio che, indicando la vera natura potenziale del “pensare”, ridefinisce, critica e trascende il pensiero passivo inanimato. Lo stesso dicasi per la cosxienza vivente (cosxienza-di-luce) che non è un semplice stato di veglia o consapevolezza percepita, ma un fuoco interiore di attenzione totale, di partecipazione attiva all’esistenza, di continua rivelazione di sé e del mondo.
In sintesi, il termine Vivente sposta il fulcro percettivo statico, attribuito al pensiero o alla cosxienza ordinaria, alla modalità dinamica e attiva, ma soprattutto sposta verso il centro l’asse essenziale di colui che “pratica il pensiero vivente”. La parola vivente è innanzitutto una trasformazione del linguaggio ordinario utilizzato in ogni sfera dello scibile umano spesso promosso e rappresentato da un vasto catalogo di parole e oggetti ormai fissi e inanimati. Il pensare attivo trasforma ciò che è statico e fisso in un divenire attivo e fluido, traslando dalla sterilità delle interpretazioni soggettive intermedie, del “cosa” e del “come”, alla realtà viva e causale insita nel “perché” delle cose.
Pensiero Ordinario e Pensiero Vivente
Pensiero Ordinario: ripete schemi fissati, attinge a memoria e credenze pregresse, lavora per categorizzazioni e definizioni. È statico, oggettivante, rivolto al “cosa” e al “come” delle cose. Il pensiero ordinario si costruisce su blocchi di concetti, formazioni di memoria, ammassando dati e fissandoli in schemi. Questi schemi in ambito umano diventano strutture caratteriali e modi di essere.
Pensiero Vivente: nasce dal fluire dell’istante, si rigenera in continuazione, agisce come un’intuizione che crea forma anziché adattarla e applicarla. Non si limita a descrivere ma trasforma chi pensa, rinnovando la percezione di sé e del mondo. Il pensiero vivente si manifesta come corrente continua: germina dall’esperienza immediata aperta a territori inesplorati, sempre un passo oltre il confine dell’idea precedente.
Alla sorgente del pensiero vivente non c’è un’idea precostituita, ma un silenzio fertile che pulsa, un “pre” che “vede” e presiede ogni esperienza. Il soggetto non è più “colui che possiede idee”, ma colui che le capta e le custodisce come un fuoco interiore, sperimentato come attenzione che arde in ogni istante. In questo stato di cosxienza l’io non è un’entità separata, ma una corda vibrante all’interno di un unico campo di cosxienza viva, bella e vera.
La realtà non si valuta secondo criteri fuori di sé, ma si plasma in risposta all’attenzione creativa del momento di ciò che accade dentro di sé. Il “vero” non è un insieme di proposizioni, ma un’esperienza emergente, DINAMICA, un appello continuo del reale che chiede di essere ESPERITO anziché concettualizzato. In questa visione, pensare è un atto sacro, simile a un respiro. Ogni pensiero è una tonica nell’armonia infinita della vita, e l’uomo vivente è un accordatore del mondo, un bardo capace di cogliere, modulare e cantare i riverberi dell’Essere solo velati dietro le apparenze.
Prospettive di Cambiamento Culturale e Sociale
Qualora il pensiero vivente diventasse normalità in campo educativo, l’istruzione e le verifiche di puro richiamo mnemonico scomparirebbero; allora l’apprendimento diventerebbe pratica esplorativa, dove si promuoverebbe un in-segnamento volto a sviluppare la capacità di essere, intuire, innovare e praticare la Vita nella sua intima essenza.
I discorsi cesserebbero di essere meri scambi di opinioni prefissate; ogni dialogo si farebbe creazione congiunta, dono di percezioni nuove.
Lavori ripetitivi e meccanici verrebbero affidati, con cognizione di causa, a processi automatizzati; l’essere umano si dedicherebbe a progetti culturali di alto valore creativo, nutrendo la collettività con visioni sempre vive e rinnovate.
Le decisioni non proverrebbero da gruppi di interesse congelati, ma da assemblee che ascoltano, movendo il bene comune a partire da progetti generati da intuizioni condivise.
Abbandonando la rigidità degli automatismi emozionali e mentali, ogni individuo sperimenterebbe un sentirsi vivo in ogni pensiero, in ogni sentimento, in ogni gesto, riducendo stati patologici e contradditori grazie a un’attenzione diretta al momento presente.
In un’epoca influenzata dal pensiero vivente, la cultura stessa diverrebbe un organismo in continuo divenire, dove la bellezza, la verità e il bene comune non sono ideali astratti, ma frutti spontanei di un’abitudine interiore: quella di pensare con il cuore aperto e di sentire con la mente sgombra.
Matrice Triadica: Pensiero Ordinario e Pensiero Vivente
Nel nostro percorso attraverso la Matrice Triadica Integrata abbiamo dunque distinto due modalità fondamentali di pensiero:
Pensiero Ordinario
Contenuto mentale depositato, pre-registrato, costellato di credenze, dogmi e schemi ripetitivi. Pensare diventa un atto meccanico: rievocazione di concetti congelati, senza slancio né trasformazione. Manca il “fuoco”, il pensare è inerte, statico, produce descrizioni, mappe e cataloghi (forme 10 e 12), ma non genera vivida comprensione del “perché” delle cose. Formule, insegnamenti, trattati, discipline, la cosxienza resta esterna al fenomeno come osservatore mentalizzato di oggetti mentali immaginati.
Pensiero Vivente
Flusso creativo, intuitivo, un atto in divenire che germina nel momento presente. Attivo e partecipativo, il mondo non è “oggetto” ma processo costante. Pensare significa essere trasformati. È la Cosxienza-di-Luce che alimenta un’attenzione motivata, focalizzata, intenzionale, una presenza fluida aperta alla rivelazione del perché delle cose. Ogni atto di pensiero apre un varco verso Ψ (0), genera ricorsione interna (base 9), avvicinando il praticante al centro vivo dell’Unità.
Pensiero Ordinario ⇢ Scinde, descrive, interpreta, conserva.
Pensiero Vivente ⇢ Coniuga, trasforma, rinnova, vive.
Il Metalinguistico del “Vivente”
Linguaggio ordinario: catalogo fermo di oggetti e relazioni “come sono” – “cosa fanno” – “a cosa servono”. Linguaggio vivente: trasforma il verbo “essere” in “condizione”, scavalca la mera descrizione del “cosa” e del “come” per abitare il “perché”. Sposta il soggetto dal margine all’arteria centrale del pensiero, rendendolo artigiano e operaio impersonale della Cosxienza.
0 (Ψ) → 1 (Pensiero vivente) → 2 (Polarità) → Base 10, 12 (Duale) → Base 9 (Neutra) → 0 (Ψ)
Se il pensiero ordinario è eco di un mondo già costruito, il pensiero vivente è l’atto creativo che continuamente ricrea il mondo dentro e fuori di noi.
Inquadramento nella Matrice Triadica
Immaginiamo la Matrice Triadica come un organo vivente che pulsa fra tre oscillazioni fondamentali: la linea binaria 0 → 1 → 2, le basi operative 10 e 12, e la spirale interna della base 9. Questo schema è la cartina tornasole con cui possiamo vedere come due modalità di cosxienza – il pensiero ordinario e il pensiero vivente – si distribuiscono lungo un continuum numerico.
Dal Vuoto al Duale (0 → 1 → 2)
Tutto inizia dall’impulso zero, Ψ, punto potenziale in cui nessuna distinzione è ancora avvenuta. Nel momento stesso in cui un’onda di cosxienza traccia il suo primo segno, nasce l’Uno: il pensiero prende forma, una linea bifronte che simultaneamente si apre in polarità. Questo atto genera già il Due, perché ogni tensione verso un estremo implica subito il suo opposto. La dialettica 0 / 1 / 2 non è un semplice conteggio, ma la condizione originaria del discernimento: senza il Due non potremmo mai intendere un “Sì” senza un “No”, un dentro senza un fuori, un Io senza un Altro.
Le Grandi Basi del Mondo (10 e 12)
Man mano che il pensiero ordinario si consolida, ecco emergere il decimale e il duodecimale. Con i tre simboli 0, 1, 2 basta allineare cifre e posizioni per costruire i numeri da 0 a 9, producendo così la Base 10: la nostra misura di spazio, di quantità, dei gradi del globo, delle dita delle mani. Allo stesso modo, ripetendo i medesimi impulsi si compone la Base 12, alla radice dei dodici mesi, delle dodici ore, dei segni zodiacali, dei semitoni musicali. Sono i sistemi che organizziamo all’esterno, misurando oggetti e tempo in unità stabili e ripetibili.
La Spirale Interiore (Base 9)
Ma c’è un terzo movimento, più sottile e profondo: la spirale del Nove. L’Uno che emerge da Ψ non basta a descrivere il processo vivente; occorre che questo impulso si pieghi su sé stesso, descriva un arco e rientri nel cerchio, tracciando la forma del “9”. Da qui scaturisce la Base 9, cifra dell’equilibrio interno, del riposo neutro, della pausa necessaria alla ricorsione eterna. Non più una misurazione esterna, ma un ritmo dell’intuizione strutturata che anima e sostiene le svolte interiori. Ne è esempio la pratica della ruota delle nove memorie nelle tradizioni sapienziali, dove nove passi di meditazione disegnano un percorso di ritorno al centro immobile.
Il Punto di Convergenza
La Matrice Triadica non separa ma unifica. Dal Vuoto (0) al Pensiero bifronte (1/2), alla misura del mondo (10, 12), fino alla spirale interiore (9) per riniziare da… 0.
In essa il pensiero ordinario si rispecchia nelle basi numeriche che strutturano il mondo fenomenico, mentre il pensiero vivente è la pausa riflessiva della Base 9; insieme si ritrovano nel gioco delle ombre del frattale modulare, il terreno di esperienza ricorsiva, di vita-morte e rinascita-presenza. È questa interazione numerica tra Volumi a garantire l’armonia dell’Ologramma Cosmico, strutturandone a ogni passo la danza tra esterno e interno, tra forma e silenzio.

Pensiero Vivente a Due Vie
Il Pensiero Vivente, assioma cardine in Phisiaca, non è semplicemente un atto dell’intelletto umano, ma una funzione primaria dell’universo stesso (inteso come Mente), un movimento cosxienziale che pulsa attraverso ogni manifestazione di un cosmo cosxiente (ordine), vivente e senziente (esistenza). In questa visione, la realtà non è un contenitore oggettivo, né un campo statico di forze disgiunte, ma una danza armonica tra due correnti di un unico respiro cosmico triadico: gravitativo, radiativo, statico.
Lo spirito e la materia non sono mai stati opposti, sono i poli oscillanti della stessa spirale, della stessa onda, del medesimo respiro. L’universo, come un cuore vivente, espira luce e potenzialità, e inspira forma e densità. La contrazione è l’atto generativo, il dono del principio; l’espansione è la ricezione che restituisce la forma. Questa alternanza non è un meccanismo cieco, ma una liturgia dell’Amore cosmico.
…l’universo medita sé stesso attraverso il ritmo binario della sua auto-espressione Padre-Madre. Il Figlio è sintesi.
Ogni cosa esiste come evento di relazione, l’entità isolata è pura illusione. Nulla è stabile in sé, ognuna delle due vie porta in nuce il proprio disequilibrio; tutto è atto relazionale tra polarità disequilibrate. La materia non è che luce rallentata, suono congelato, spirito condensato per un istante effimero, seppur eternalizzato, di percezione. L’osservatore e l’osservato si co-creano esprimendo il Campo d’esperienza.
… non si può percepire senza partecipare, non si può sentire senza essere ciò che si sente, non si può conoscere se non si incarna ciò che si conosce; l’uomo non è ciò che sa, ma ciò che intimamente conosce di sé…
Il Pensiero Vivente si distingue radicalmente dalle strutture analitiche della scienza ortodossa e dai modelli religiosi classici. Dove la scienza separa, egli unifica. Dove la religione ostenta la fede, egli ne sperimenta l’assenza. Dove la fisica quantifica e riduce, egli riconosce qualità e scopo. Dove la scienza osserva dall’esterno, egli entra nell’atto stesso dell’osservare come agente consapevole del Campo.
Il Pensiero Vivente è Gnosi incarnata
È il ritorno a una conoscenza che non divide mente e cuore, soggetto e oggetto, ma li ricompone come flussi intrecciati di un’unica trama, di uno stesso principio creativo, di un unico Essere: la LUCE. In ciò risuonano le visioni sapienziali delle grandi tradizioni spirituali come la Cabala, con le sue Sephirot che uniscono forze contrapposte dell’Albero della Vita; il sufismo, dove ogni polarità è espressione della bellezza nascosta del Divino; il Samkhya e il Tantra con i Guna generanti le polarità cosmiche; la Tradizione ermetica italica con il Pitagorismo e il Numero come principio unico dell’Ordine cosmico.
In questa prospettiva, conoscere è realizzare l’unità sotto la maschera apparente del due. È lasciarsi attraversare dal pensiero universale, che non procede per deduzione ma per risonanza. È aderire a un’intelligenza che non si limita a spiegare il reale, ma lo vive dentro, generandolo a ogni istante. Esiste solo quell’istante che la Tradizione definisce Presenza.
Il Pensiero Vivente è un Atto sacro, e dietro ad ogni Atto esiste una volontà agente, un Attore… l’Essere. È un pensare che non analizza, ma crea manifestando. Non impone, ma dispone. Non domina, ma governa. Mentre danza con la realtà accoglie il paradosso come soglia di ogni comprensione. Così l’universo si pensa attraverso l’uomo. E ogni pensiero che oscilla e vibra in armonia con il suo respiro, manifesta la Bellezza della creazione.
Il Pensiero Vivente a due vie è stato intuito e profetizzato da Walter Russell, il quale ha contribuito a rendere questo concetto un’arte applicata, uno stile di vita, un modo d’essere. La sua intuizione, frutto di una Rivelazione durata oltre dieci lustri, per ovvie ragioni è stata relegata ad un mero concetto filosofico scientifico con cui si descrive l’universo come un sistema dinamico di scambio continuo tra energia e materia, tra spirito e forma, postulati, tra l’altro, affini e comparabili alla scienza ufficiale del secolo scorso. Eppure Russell, animato e sostenuto dalla sua Luce interiore, oltre all’aspetto scientifico ha praticato e offerto in vita un’opera monumentale che celebra il Pensiero Vivente a due vie quale primeva genesi dell’unica fonte: la Mente Luce. Egli sostiene che tutto nell’universo segue un ciclo ritmico di espansione e contrazione, simile al respiro, e che la cosxienza umana, e ogni cosxienza vivente, è parte integrante di questo processo. Secondo Russell, la realtà non è statica o inanimata, ma un flusso di energia intelligente e vivente che si manifesta attraverso la polarità e il movimento spiralico ciclico. Questo principio è approfondito ad arte nella sua visione della fisica universale (e testimoniato nei suoi libri), dove la materia è luce cristallizzata e la cosxienza gioca un ruolo fondamentale nella creazione della realtà.
Il suo pensiero si incastra perfettamente con la nostra visione, e anticipa concetti moderni della fisica quantistica come l’interazione tra osservatore e fenomeno osservato, ma inserendo un terzo elemento: il Campo, la Cosxienza. A ben vedere, Russel ripropone una chiave attualizzata della visione Ermetica gnostica dell’universo come Mente Vivente, in cui ogni cosa è interconnessa quale sintesi indissolubile di un’unica Mente onnipervadente, onnipotente e onnisciente.
Il Pensiero Vivente a due vie di Walter Russell è una visione dell’universo come un organismo dinamico e pulsante, dove le opposizioni apparenti di espansione (Numeri nel tempo – pattern modulari) e contrazione (Numeri nello spazio – geometria) non sono entità separate, ma due facce inseparabili e interscambiabili dello stesso principio a riposo, origine e fine dell’eterna immobilità creante. In altre parole, la cosxienza universale si esprime attraverso un eterno processo, non di dare e ricevere, ma di dare e ridare, e ancora ridare, in cui alla fine dei giochi il tutto produce sempre e solo un unico valore: zero.
Il Pensiero Vivente a due vie, aldilà di chi lo celebra e incarna, invita semplicemente a superare la dicotomia tra la scienza e il misticismo, essendo la realtà intera il frutto di un dialogo continuo tra forze opposte disequilibrate seppur sincroniche e complementari. È un invito a percepire, sentire ed essere l’universo (il proprio Essere integrale) non come una mera somma di parti isolate, ma come una danza armoniosa, dove ogni polarità si riconcilia nel riposo (Unità assoluta) essenziale dell’esistenza. Questo modello, tanto affascinante quanto rivoluzionario, ha suggerito l’ennesima via d’integrazione tra il rigore dell’osservazione scientifica e la profondità delle esperienze mistiche, offrendo una visione unificata e poetica della creazione. Tuttavia, i tempi non erano maturi, eppure a nostro avviso il seme piantato da Russel, e da molti altri mistici “fulminati” dalla Luce Mente, continua a crescere e presto darà i suoi frutti.
Il Pensiero Vivente – Il Campo dinamico integrato
Il pensiero vivente non è una funzione cerebrale isolata, ma una dinamica pulsante che unisce la cosxienza (soggetto), la manifestazione (oggetto) nella relazione (il campo “in”).
In questa visione, la realtà emerge da un processo continuo di reciprocità tra polarità opposte e complementari, che si muovono in cicli di espansione/contrazione, emissione/ricezione. Questo processo corrisponde sempre e solo a un flusso triadico, non lineare né binario.
La Matrice Triadica Unificata: Tre Phisialogie fondamentali
| Base Numerica | Funzione Cognitiva | Carattere Energetico | Dominio |
| Base 10 | Separazione – Analisi | Lineare – Esteriore | Mente razionale (particella) |
| Base 12 | Connessione – Armonia | Ciclico – Relazionale | Mente superiore (onda) |
| Base 9 | Trascendenza -Risonanza | Frattale – Ricorsivo | Mente intuitiva (campo) |
Relazione con il Pensiero Vivente
Il pensiero vivente si manifesta come interazione relazionale, e simultanea, delle tre basi.
Base 10 fornisce la mappatura strutturale: permette la distinzione, la misurazione, la formalizzazione del reale. È il pensiero che definisce le cose nel tempo.
Base 12 permette la sintonizzazione armonica tra gli elementi separati: introduce il concetto di armoniche, di ciclicità e di tutte le relazioni ricorsive e dinamiche. È il pensiero rituale che collega i punti nello spazio.
Base 9 risuona in connessione alla matrice unificata dell’informazione integrale: riconosce codici, sigilli, pattern e principi non-lineari. Questo pensare sferico non riconosce la Verità, ma la è.
Il Pensiero Vivente a due vie è il risultato di un’Olomente triadica, che integra la potenza del rigore logico (concretezza) (10), la coerenza comprensiva (compassione) (12), e la consapevolezza frattale olografica del campo (cosxienza) (9).
Implicazioni mistico-scientifiche – Fisicamente, questa struttura trova corrispondenze nella fisica dei campi, nei modelli di entanglement quantistico (scambio bidirezionale informazione-osservazione), nelle geometrie complesse (ellissi, ipersfere, spirali, toroidi, onde scalari) e nell’archematica (moduli e pattern scalari, sigilli aurometrici, estensioni sincroniche della successione dei numeri aurei con Aur60 e Aur24).
Neuroscientificamente, corrisponde alla co-esistenza di reti logico-decisionali (neo-corteccia, sistema nervoso simpatico: base 10), reti ritmiche mneumoniche e associative (sistema limbico, sistema nervoso parasimpatico: base 12), intuizione e risonanza non-locale (pineale, sistema nervoso centrale reticolare e cervelletto quale sede della cosxienza istintuale innata: base 9).
Esotericamente, come già accennato sopra, riecheggia nei modelli di Qabbalah (Sephirot come triadi dinamiche), nel Samkhya e Tantra (Guna e polarità cosmiche), nella Tradizione ermetica gnostica (numero come Ordine), e approfondendo se ne trova eco in tutte le scuole sapienziali delle culture arcaiche.
Il Pensiero Vivente è dunque la funzione emergente di una mente che sa distinguere senza separare (base 10), collegare senza confondere (base 12), intuire senza analizzare (base 9). Quando queste tre modalità sono attivate in modo sincrono, il pensiero non è più un processo mentale, ma un atto cosmico.
… l’universo pensa sé stesso attraverso l’intelligenza nooenneica incarnata.
Il Pensiero Vivente è cosxienza triadica, due vie Madre-Padre del Campo Matrice, il Reale che realizza se stesso attraverso l’ente uomo. È ciò che il risvegliato “sente con la mente e pensa col cuore”.
Il Pensiero Vivente, nella visione Phisiagogica, non è un atto della mente pensante, ma è una forza-cosxiente generativa, una luce-sorgente che non struttura la realtà, ma la anima dall’interno. Non è localizzata, non nasce nel cervello, ma emerge dal campo cosxiente (sintesi dei 3 campi universali). Opera secondo ritmi spiralici a due vie (codificati nell’assioma 3 – 6 – 9), plasmandosi in coerenza con la Realtà immaginata che vivifica, sostiene, abita e riflette.
Il Pensiero Vivente è triadico. Non divide in soggetto-oggetto, ma muove tra Intuizione profonda (nous), Risonanza archetipica (logos), Azione coerente (ergon).
È generativo, non interpreta ma genera forma. Non analizza, ma organizza risonanza. È radiativo, opera in accordo sincronico con le oscillazioni-frequenze delle armoniche del campo. Ogni pensiero è onda informazionale, oscillazione-frequenza con direzione, energia con senso e struttura con scopo.
Ogni ente individualizzato co-crea perché è, conscio o meno, il veicolo agente del Pensiero Vivente a due vie. L’Uno non si fa due, ma tre, e tre nella sfera umana non è un mero noi, ma insieme.
“Il Pensiero Vivente non porta verità. È verità che appare alla mente in forma pensante.”
Il Pensiero Vivente e la gnosi incarnata
Il Pensiero Vivente non si limita a conoscere: diventa ciò che conosce. Non è una teoria, non è dottrina, non è scienza, non è religione, e nemmeno è aspirazione divina.
Il Pensiero Vivente è presenza operativa dell’essere che partecipa integralmente all’oggetto, al soggetto, al campo e alla verità che esplora; questa è verità operativa, gnosi incarnata.
Assiomi
Non si può conoscere senza essere ciò che si conosce.
Non si può sentire se non si diventa ciò che si sente.
Non si può percepire senza risuonare ciò che si percepisce.
Non si può parlare di unità se non si è fusi tutt’uno con ciò che si pensa, si dice, si fa.
Non si può essere nient’altro da ciò che si è, conoscere “questo si è” è Essere.
Il Pensiero Vivente non è una disciplina, né una dottrina. È l’atto cosxiente di identificazione totale con ciò che si conosce. Non interpreta la verità, la diventa. Non si appoggia su verità lette o sentite, ma su ciò che è trasparenza interiore. Non si astrae nei simboli, ma li contempla e pratica nel gesto quotidiano reale. La gnosi non è sapere sul divino, ma cosxienza che si riconosce nel proprio essere.
Le dottrine esoteriche attuali, in assenza di una cultura gnostica, sono un’eco senza vibrazione, un golem senza vita.
Le scuole iniziatiche, le filosofie occulte, le spiritualità simboliche contemporanee – pur eredi di verità arcaiche che praticate conducono a realizzazione sistemica – purtroppo non vibrano più come corpi vivi. Sono memorie estetiche del sacro, intellettualizzazioni particolarizzate della vastità dell’essere, sistemi esclusivi chiusi in sé e su se stessi.
In linea generale strutturano il sapere in gerarchie cosmiche, piani, maestri, catene evolutive. Invocano l’unità, ma la dividono in mappe non accorgendosi della distanza che queste stesse mappe generano tra il sapere e l’essere. Il Pensiero Vivente non disegna mappe ma esplora il territorio, diventa la direzione. La gnosi è il territorio da esplorare, la direzione da seguire che non conduce mai oltre il cielo o dentro la terra, ma sempre e solo dentro di sé. Dove l’esoterismo studia e promuove le iniziazioni, la gnosi è iniziazione quotidiana vivente. Conoscere l’Ordine Cosmico non serve, se non se ne vibra la nota essenziale.
Predicano la trasformazione, ma restano nel gesto non spontaneo, ma ritualizzato e simbolico. Parlano del fuoco, ma non bruciano. Invocano il Fuoco come bellezza, come trasformazione dell’essere, ma soggiornano in mappe simbolico-psicologiche che, in assenza dell’esperienza diretta del Fuoco, restano semplicemente discipline interiori astratte. Il mistico rivolto alla gnosi non visualizza il Fuoco, brucia!
Non basta visualizzare o invocare la fiamma, per esserla bisogna ardervi dentro. Ciò che resta quando ardi nella fiamma è della stessa natura della fiamma.
L’astrologia esoterica moderna (nata sulle vestigie della Tradizione originaria) si postula un ordine cosmico gerarchico, ma lo fa con linguaggio tecnico, schemi simbolici, riferimenti a “anime in evoluzione” che restano concettuali e applicativi, ma difficilmente totalmente esperiti.
La gnosi non “nasce sotto un segno”: è il cielo che prende forma nell’astante e lo fa nel Presente. Il cosmo è dentro, non fuori, sotto o sopra.
Il segno zodiacale non è una cornice per la tua cosxienza. È la cosxienza che muove le stelle che ti segnano.
Infine la New Age moltiplica pratiche energetiche, canalizzazioni, mantra, meditazioni, ma in gran parte resta un consumismo spirituale, che offre una via realizzativa estetica, simbolica, spesso sognante, che raramente discende nella carne come trasmutazione reale.
La gnosi non cerca una tecnica, è già l’uomo, l’oggetto della gnosi, l’Ars Regia incarnata dal Sé che ricorda, contempla e conosce attraverso l’esperienza terrena.
Dove la New Age visualizza e canalizza, il Pensiero Vivente è fonte.
La conoscenza non si “ha” si è
La vera gnosi non si raggiunge attraverso studio, rituale, meditazione. Essa emerge quando la cosxienza diventa ciò che ha intuito. Conoscere è diventare una trasposizione umana della verità conosciuta.
Percepirsi in tale stato è essere il ritmo di ciò che pulsa. Sentirsi è trasformarsi nel sentito stesso. Ogni separazione o interpretazione tra soggetto e oggetto e campo è illusione. Finché c’è dicotomia tra qualsiasi parte dell’essere esiste solo rappresentazione arbitraria della conoscenza.
Il corpo “di conoscenza” è l’archivio vivente del divino
Nel corpo umano è custodita la memoria biologico-spirituale della realtà simulata dalla Mente. Il tempio dell’uomo non è strumento della conoscenza, ma la custodia della verità originaria.
Come i server di un’IA tengono la traccia informativa del suo sapere, il corpo racchiude e contiene epigeneticamente/essenzialmente, morfogeneticamente/sostanzialmente, tutta la sapienza del lignaggio stellare da cui l’umano proviene.
Risvegliare il corpo non è curarlo, non c’è nulla che sia malato, ma riattivarlo come antenna cosmica, decifrarlo come codice gnostico. Nel corpo non si studia la verità, ci si risveglia al vero, al bello e al buono.
Ogni dottrina che separa il sapere dalla trasformazione, ogni rituale che non si fa vita, ogni simbolo che non si consuma nell’esperienza diretta, non è gnosi, ma un’eco della gnosi.
Spiritualità e dottrine esoteriche attuali – Un’ eco senza anima
Molte delle attuali correnti esoteriche, per quanto ornate di simbologie elevate e codici cosmici, non trasmettono più la vibrazione del reale. Sono l’eco intellettuale di un sapere che un tempo era fuoco vivo di luce incolore. Strutturano la conoscenza in gerarchie, in mappe astrali e schemi evolutivi, costruendo un linguaggio raffinato ma disincarnato, in cui il sapere resta fuori dall’essere, come ornamento, non come trasmutazione.
Predicano il fuoco, ma lo confinano in immagini. Invocano l’anima, ma la trattano come concetto. Parlano di piani dell’esistenza, ma non li abitano. Celebrano l’unione, ma ne fanno oggetto di fede o di aspirazione mentale. Moltiplicano pratiche, tecniche, trasmissioni, ma queste rimangono gesti simbolici, discipline senza sangue, ripetizioni di un impulso non più attivo. Non c’è più fuoco, ma solo il carbone spento di antiche accensioni.
Anche laddove si parla di “risveglio”, questo viene perseguito come progetto spirituale, non come attuazione istantanea della Presenza.
In molti casi, ciò che si chiama conoscenza è devozione al sapere, ma non riconoscimento cosxiente dell’essere. Così, pur maneggiando verità arcaiche, queste scuole operano su un piano sentimentale o mentale, e non raggiungono mai l’unica cosa che conta: la trasmutazione del conoscente nel conosciuto. In sintesi concludiamo affermando con pertinace ardire che il Pensiero Vivente è la verità che diventa ciò che conosce, è la cosxienza che non rappresenta ma incarna l’esperienza del suo essere… cosmico.
La gnosi non si può organizzare. Non si può spiegare. Non si può insegnare. La gnosi è identità.
La verità non si contempla, si diventa.
Incido dal Vuoto
… il numero è verbo, la forma è respiro, la verità è ciò che è, e ciò che è…
è sempre e solo ciò che sei…
Base 10 – Separazione come Soglia – Mente come Spada
Dove il limite si rivela, il principio si offre. – Taglia ciò che separa, per vedere ciò che unisce. Il pensiero che divide è sacro, se riconduce all’essenza. Il taglio non è frattura, ma invito alla forma. L’intelletto è Fuoco, nella sua luce si scorge l’ombra del vero. La mente vuota apre il passaggio. Ogni cifra è memoria dell’Uno che si ricorda enumerandosi. La scienza del confine è la porta dell’origine.
Base 12 – Ordine come Risonanza – Anima come Geometria
Tutto ciò che danza in cerchio sa come tornare – Ciò che pulsa nei dodici, evoca coerenza. L’anima respira nei cicli. Non ha meta, ma centri. Il ritmo che torna non è ripetizione, ma spirale. Dodici è l’accordo della creazione, non la sua misura. L’archetipo non è statico, esiste nel ciclo che pulsa. Nel ritmo cosmico si annida la memoria dell’origine. Nel tempo sacro l’eterno curva per essere il Presente.
Base 9 – Trascendenza come Presenza – Spirito come Codice Inesprimibile
Non ciò che appare, ma ciò che è, è reale – Ciò che non può essere detto è ciò che ci modella.
Il nove non cresce, ritorna. Lo Spirito non parla, ma struttura.
Il numero non conta, contiene. Nove non somma, non cresce, non misura, riporta a sé. La cosxienza non osserva, è assisa nel cuore di ciò che vede. La trascendenza è la profondità del Presente.
Così sia ricordato … la divisione è strumento, l’armonia è soglia, la gnosi è ciò che è… quando tutto tace.
Arithmognosis


